La vocazione di san Giuseppe
Don Vincenzo, in prossimità della festa di san Giuseppe, insieme al sagrestano si organizzò per addobbare l’altare a Lui dedicato. Riservava a sé di arrivare con la scala fino all’altezza della nicchia in cui c’era la statua per spolverarla e liberarla dalle ragnatele.
Don Vincenzo che, oltre a cercare di stare in equilibrio, si abbandonava alla meditazione, fu attirato dal fatto che Giuseppe avesse il bambino Gesù tra le braccia. Senza la chiamata a custodire Gesù, a fargli da padre, sarebbe rimasto un buon ebreo, uno dei tanti, sconosciuto tranne che per i pochi abitanti del villaggio. A pensarci bene accanto a Lui avrebbe dovuto esserci anche Maria. Eh sì! Giuseppe aveva posato lo sguardo su di lei per farne la sua sposa, ma quando seppe che era incinta… la prese con sé solo perché l’angelo gli aveva detto di non dubitare della sua onestà.
Tutta questa vicenda, che aveva un po’ dell’impossibile, pensava don Vincenzo, allungandosi pericolosamente fino all’aureola del santo, non poteva essere vera e credibile se al principio, prima di tutti, Dio non avesse preso in seria considerazione Lui, Giuseppe. Rispettava le sue «attenzioni» per Maria, ma ne accompagnò le decisioni. E il povero falegname, ignaro e all’oscuro di tutto, comprese solo un passo alla volta che più che scegliere e decidere, in realtà era stato scelto e continuamente gli venivano fatte delle proposte, a cui non riusciva a sottrarsi, perché dopo tutto era un buon credente e si fidava degli angeli di Dio.
Quando don Vincenzo ebbe terminato la sua parte di lavoro, con la talare tutta impolverata e con qualche ragnatela impigliata nei capelli, si ritirò in canonica e appuntò sul suo quaderno queste semplici righe.
«Tre volontà concorsero nella vita e nella vocazione di Giuseppe:
quella del Padre che tanto amò il mondo da mandare il suo figlio…;
quella del il Figlio che disse “Ecco io vengo per fare la tua volontà” …;
quella di Maria che rispose all’angelo “Eccomi sono la serva del Signore”…
Ebbene queste tre volontà si uniscono nella persona di s. Giuseppe a cui vengono dati veri e reali diritti paterni. L’Eterno Padre trasfonde la sua paternità in lui nel fatto di eleggerlo ed associarselo per esercitare visibilmente verso il suo Figlio funzioni ed incombenze di padre».