Dove sono i cirenei di oggi sulle vie crucis del mondo?
Era già evidente che la partecipazione del Papa alla GMG 2019 non sarebbe stato un evento con taglio e temi prevalentemente latino-americani. Papa Francesco ha sicuramente intessuto un dialogo con quanti erano convenuti a Panama, ma il suo pensiero, le sue preoccupazioni, la sua sollecitudine non hanno mai smesso di essere universali, rivolti a tutti. Questo spiega perché, in occasione della Via Crucis, ancora una volta, tra le tante piaghe di cui soffre l’umanità, soprattutto la più debole, non ha fatto passare sotto silenzio il tema dei migranti con parole chiare, gravide di inviti. Eppure le cronache di questi giorni di migranti morti in mare, di navi respinte dai porti europei, arrivavano da molto lontano rispetto ai luoghi in cui si svolgeva la festa mondiale dei giovani. Papa Francesco non fa del tema dei migranti un argomento politico o sociale, riporta la questione alle scelte che le singole persone fanno nel loro cuore. Per questo ha parlato di «cuori blindati», che considera molto più grave dei porti e delle frontiere blindate, frutto dell’indifferenza «soddisfatta e anestetizzante della nostra società». È la paura dell’altro, oggi strategicamente e abilmente diffusa, il muro da abbattere.
Sembra essere diventati miopi davanti alla storia. Le migrazioni sono fenomeni epocali che nessun governo e nessun leader forte è mai riuscito a frenare. Alzi un muro, chiudi un porto, blindi un varco…, il bisogno, di qualsiasi natura, che spinge i migranti è tale e tanto che, raggirando ogni ostacolo, trova immediatamente altri passaggi.
Il Papa riportando l’argomento al cuore di ogni credente, ha continuato la sua riflessione proponendo Maria, come icona dell’accoglienza «per essere Chiesa che favorisce una cultura capace di accogliere, proteggere, promuovere e integrare; che non stigmatizzi e meno ancora generalizzi con la più assurda e irresponsabile condanna di identificare ogni migrante come portatore di male sociale».
La Chiesa italiana ha fatto eco alle parole del Papa, e, attraverso il segretario della CEI e la disponibilità di alcune comunità, ha annunciato di essere pronta a farsi carico dell’accoglienza dei minori a bordo della nave Sea Watch: «Pur condividendo che la risposta a un fenomeno così globale come quello migratorio chiama in causa tutti i Paesi europei, il dramma che si consuma davanti alle nostre coste non può lasciarci in silenzio».
La via Crucis continua sotto i nostri occhi: non è più soltanto il cammino di Gesù verso il Calvario, ma è il cammino di sofferenza e solitudine che attraversa i nostri continenti da sud a nord, da est a ovest.
Che cosa frena che anche noi, comunità religiose, possiamo essere interpellate ad essere i cirenei di oggi sulle vie crucis del mondo?