Arriveremo mai all’unità dei cristiani? E come sarà?

Ogni anno, dal 18 al 25 gennaio, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è l’occasione per verificare se, e in che modo, avanza il cammino di riavvicinamento tra le Chiese verso la piena e visibile comunione. Ogni anno si registrano passi concreti verso la riconciliazione, l’intesa, la riappacificazione, ma si deve assistere anche a situazioni di irrigidimento, a scelte pastorali che aumentano le distanze. Ripercorrendo tali eventi viene spontaneo chiederci: arriveremo mai all’unità dei cristiani?

È una domanda a cui sembra difficile dare una risposta, come è pure impossibile prevedere in quale modo si realizzerà la ricomposizione delle differenze.

Si arriverà al confluire di una chiesa nell’altra? Di tutte le chiese in una sola? O si tratterà di una piena e visibile comunione sui punti essenziali della fede senza annullare le specificità di ciascuna?

I tempi e i modi dell’unità sarà lo Spirito Santo a determinarli! Dice infatti il Concilio Vaticano II che «l’unità di una sola Chiesa di Cristo  supera le forze e le doti umane» (Unitatis redintegratio). A noi credenti, cristiani, viene chiesto di pregare e impegnarci per non ostacolarne l’azione.

È questa la chiamata per noi Figlie dell’Oratorio: inserirci in questa corrente annuale di preghiere per l’unità. Il  fondatore, san Vincenzo Grossi, trasmettendoci un forte spirito ecclesiale, ci voleva concretamente al servizio della chiesa locale, ma aperte alla chiesa universale e ai suoi problemi, così che nulla di ciò in essa accadeva doveva essere estraneo alle suore.

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