Grazie, padre Fabio!
Il Convegno si è concluso con una eccellente Laudatio accademica in onore del prof. Fabio Ciardi ed una Lectio Magistralis del suddetto professore al termine della sua quarantennale carriera accademica. Sì, perché il professor padre Fabio Ciardi ha concluso quest’anno il suo iter di professore ordinario al Claretianum per divenire professore emerito del medesimo Istituto di teologia della vita consacrata. Non ci fermiamo qui a sottolineare quanto è stato detto di lui: è riportato anche nel blog che cura lo stesso padre Fabio (vedi qui). Alla Laudatio hanno fatto eco numerose e qualificate voci che hanno espresso nei suoi confronti stima, elogi e lode per il suo lungo ministero accademico a favore della vita consacrata. Il suo pensiero, come lo studio e la ricerca, sono stati un valido e rigoroso riferimento non solo per i numerosi consacrati studenti al Claretianum, ma anche per formatori e responsabili di Istituti a diversi livelli, nel loro cammino di formazione e aggiornamento personale e comunitario.
Anche il nostro blog desidera rendergli omaggio come segno di gratitudine sia per il servizio di accompagnamento nella tesi di dottorato offerto dallo stesso padre Fabio a suor Rita, sia per la fraterna, sincera amicizia conservata negli anni. Suor Rita pertanto ha conosciuto padre Fabio, ascoltato le sue lezioni, letto e studiato i suoi scritti oltre a seguirne oggi il blog personale.
Se penso a padre Ciardi la mia mente si popola di una moltitudine di immagini.
Ha l’animo del poeta, l’espressività del pittore, la fiducia del figlio che si sa amato, il gesto confidenziale dell’amico di sempre, il passo instancabile del pellegrino, la penna fluida del narratore, la perspicacia del teologo, la perseveranza del certosino, l’inventiva del missionario, lo zelo dell’apostolo, la semplicità del fratello, la sana curiosità del bambino, lo sguardo trasparente e intenso come la luce dei tramonti romani, la profonda ed essenziale spiritualità dei padri del deserto.
Non è un uomo-prodigio! Semplicemente è un uomo che dei doni di Dio, della sua famiglia, delle relazioni semplici, come di quelle importanti, del suo fondatore come della sua famiglia religiosa, dei viaggi intercontinentali come dei due passi dietro casa, non ne ha fatto una questione privata o di routine, li ha accolti e vissuti come eventi umani e dello spirito e li ha condivisi raccontandoli con i più svariati linguaggi. Per lui l’unità è condivisione.
È stato preservato dalla fatica, dalla incomprensione, dal conflitto, dalla paura, dall’insuccesso?
Non sembra.
Il diario della sua anima, raccontato da apa Pafnunzio, raccoglie e filtra l’eventuale possibile amarezza, o sofferenza, o fragilità, o contraddizione o perplessità, consapevolezze custodite nelle pieghe dell’anima in attesa di essere purificate e trasformate dallo Spirito.
«Ti lodo, Signore, mi hai fatto come un prodigio. Sono stupende le tue opere», dice il Salmista.
La nostra lode va, pertanto, a Dio che ci ha fatto il dono di conoscere le opere che ha compiuto nella persona di padre Fabio.
E il ringraziamento a lui, a padre Fabio, per essere strumento docile nelle mani del Signore, collaborando attivamente alla sua opera.