Seminare sempre, senza guardare al raccolto
Stare: verbo dell’atteggiamento statico, immobile, impossibilitato a muoversi e procedere. Per noi Figlie dell’Oratorio stare in mezzo ai giovani è una missione che dice tutt’altro che sedentarietà. Anche il Sinodo dei Giovani appena iniziato ci sprona a riflettere sull’importante e sempre attuale compito che san Vincenzo Grossi ci ha lasciato, dando vita al nostro Istituto, quello di metterci in ascolto dei giovani e di camminare con loro . La particolare attenzione all’educazione dei giovani, in collaborazione con i sacerdoti nella Chiesa particolare, è per noi il fine ultimo della nostra azione evangelizzatrice ed educativa. Io ho la fortuna di trovarmi da 10 anni a Brolo, in una comunità completamente a servizio della Parrocchia, in particolare nella gestione dell’oratorio e ancor più, per quanto mi riguarda, attraverso l’insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria di I° grado del paese che mi permette di incontrare tutti i ragazzi di quell’età e condividere con loro buona parte del mio tempo e non solo per «insegnare cultura». Ringrazio il Signore di questa opportunità di esprimere il sogno di don Vincenzo di arrivare, per quanto ci è possibile, ai ragazzi e giovani per trasmettere loro la bellezza del Vangelo.
Sono diverse, quindi, le occasioni favorevoli per incontrare e stare con i giovani: oltre alle tante sporadiche occasioni di incontro per la strada, penso al mio entrare in classe, al gioco libero in oratorio, alla catechesi, agli incontri diocesani di pastorale giovanile, alla confidenza che negli anni è cresciuta con le famiglie e con questi ragazzi, senza dimenticare i social network che oggi sono il principale linguaggio per le nuove generazioni. Nella pastorale parrocchiale come è organizzata oggi, gli impegni sono tanti, e in varie occasioni, non strettamente legate alla pastorale giovanile, è richiesta la presenza di noi religiose e questo non sempre mi permette di dedicare il tempo opportuno a ciascun ragazzo, o semplicemente dare tempo e spazio a ciò che sappiamo essere importante. Oggi purtroppo, sembriamo costretti a dare più attenzione alle urgenze e non a ciò che riconosciamo essere prioritario. E il discernimento non è facile.Più il tempo passa e più mi accorgo di come i ragazzi sono diversi rispetto a qualche anno fa, come diverse sono le dinamiche tra loro, il rapporto con gli adulti e con il mondo: tutto cambia in modo repentino e a volte questo mi destabilizza, ma non deve farmi perdere di vista l’obiettivo fondamentale di camminare al loro fianco, percepire cosa li abita e indicare ciò che davvero vale nella vita. Troppi pericoli oggi corrono i ragazzi e i giovani: non mi riferisco solo al fumo, all’alcool, o altri tipi di dipendenze in cui possono incorrere facilmente. I rischi a cui penso, oltre a questi, sono la mancanza di valori condivisi, la superficialità dei rapporti interpersonali, la mancanza di una comunità educante capace di prendersi cura dei più piccoli. Che tristezza sapere che già in 1′ media un ragazzo fatica ad avere dei veri amici su cui poter contare! E che dire della fatica a far conoscere la Buona Notizia del Vangelo, che è per tutti e non solo per preti e suore, quando senti un genitore chiedere che bisogno c’è di andare al catechismo se hanno già fatto la prima comunione?!
Viviamo delle belle opportunità come l’esperienza estiva del GREST dove gli adolescenti, che durante l’anno hanno tante cose da fare, nell’intero mese di luglio sono impegnati come animatori. E lo fanno bene! Certo vanno accompagnati e sostenuti a scoprire la bellezza del voler bene ai più piccoli, di mettersi al loro servizio gratuito dimenticandosi persino del cellulare! Chi vive l’esperienza fino in fondo si accorge che più si vuol bene ai bambini e più si è felici, anche se stanchi. Questi ragazzi, infatti, sostengono la fatica di stare sotto il sole della Sicilia, e di essere la mattina alle h 8.30 in oratorio per iniziare una nuova giornata tenuto conto che nelle nostre zone di mare la notte si sta fuori passeggiando al fresco! Il mese di luglio è una delle occasioni in cui riusciamo a stare con gli adolescenti che accolgono la proposta e che sono ormai troppo grandi per venire in oratorio durante l’anno: è un tempo favorevole in cui percepiamo che la missione delle Figlie dell’Oratorio non è ancora finita e che il Signore si serve davvero di tutto e di tutti per dirci quanto ci vuole bene e che conta ancora su di noi per rendere più bello e più vivibile il mondo. Forse non è da tutti raggiungere i giovani nelle salette,nelle discoteche, negli stadi, nelle piazze lontane dalle chiese, ma il saper accogliere con gioia il «qui ed ora» che il Signore mi sta offrendo è già un tentare di non perdere l’occasione di fare tutto il bene possibile, come diceva Madre Ledovina, senza temere di perdere tempo, senza guardare al «raccolto», ma limitandomi a «seminare» in questa bella porzione di universo che il Signore mi sta regalando.
suor Katia Vecchini