Cuore aperto sul Sinodo (4)
Nell’incontro svoltosi sabato 6 ottobre nell’aula Paolo VI, il Papa si è prestato a un dialogo aperto e schietto con i giovani, ma nel prendere la parola, ha chiarito loro che «le risposte alle vostre domande le daranno i padri sinodali. Perché se io dessi le risposte qui, annullerei il Sinodo. La risposta deve venire da tutti: dalla nostra discussione. Soprattutto devono essere risposte fatte senza paura». Non certo perché Francesco non abbia la volontà di esporsi, ma per confermare che lo stile del sinodo è quello dell’ascolto, del confronto e del discernimento. Nessuna risposta che scende dall’alto, ma avvio di processi e cammini da percorrere insieme: ecco cos’è il Sinodo!
Un tema che non poteva non emergere avendo a che fare con le giovani generazioni è l’uso del web. Ricorda Francesco che «l’interconnessione con il digitale è immediata, è efficace, è rapida. Ma se tu ti abitui a questo, finirai senza un rapporto concreto, reale, senza concretezza. Ogni strada che voi farete, per essere affidabile, dev’essere concreta. La concretezza è la garanzia per andare avanti. Se l’uso del web ti porta fuori dalla concretezza, taglialo. Perché se non c’è concretezza non ci sarà futuro per voi».
Il gap tra giovani e adulti in questo ambito è molto ampio e vede i più grandi in forte svantaggio. Avere a che fare con una generazione di nativi digitali non è facile per chi ha un bagaglio di preparazione sicuramente inferiore al loro, insufficiente. È una sfida aperta, che non permette di stare seduti o, peggio, di essere rinunciatari. Ne va della concretezza del futuro dei giovani.
Se questo è l’invito tra le righe emerso per gli adulti, Francesco suggerisce ai giovani di non rimanere chiusi nel loro mondo fatto solo di coetanei, di non pensare che chi è più grande di loro non abbia nulla da insegnare. È vero, nell’uso delle nuove tecnologie sono più avanti, ma questo non significa che possano fare a meno di chi ha più anni di vita alle spalle:
«Parlate con i vecchi, parlate con i nonni: loro sono le radici, le radici della vostra concretezza, le radici del vostro crescere, fiorire e portare frutto. Ricordate: tutto quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che è sotterrato. Attaccatevi alle radici, ma non rimanete lì. Prendete le radici e portatele avanti per dare frutto, e anche voi diventerete radici per gli altri».
Ancora una volta emerge l’importanza del camminare insieme, del sostenersi a vicenda, del trovare insieme le risposte da dare ai tanti interrogativi esistenziali che tutti, giovani e meno giovani, portiamo nel cuore. «Caminando se hace el camino», dicono in America Latina. Camminiamo dunque, senza indugi e senza timore di sbagliare strada!