La vita, giocatevela bene!
«La vita, giocatevela bene».
Questo diceva don Tonino Bello ai giovani qualche decennio fa, aggiungendo:
«Se la vostra vita la spenderete per gli altri, voi non la perderete;
perderete il sonno, ma non la vita, la vita è diversa dal sonno;
perderete il denaro, ma non la vita, la vita è diversa dal denaro;
perderete la quiete, ma non la vita, la vita travalica la quiete;
perderete tantissime cose, perderete la salute, ma non la vita…».
Parole che precorrono quelle che rivolge a tutti oggi papa Francesco nella Gaudete et Exsultate ai n. 32 e 34:
«Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia.
Tutto il contrario,
perché arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato quando ti ha creato
e sarai fedele al tuo stesso essere».
«Non avere paura di puntare più in alto».
Anche san Vincenzo ci esorta a non accontentarci delle mezze misure e a fuggire la tiepidezza, quel non essere né caldi né freddi che, come dice l’Apocalisse (3, 15-16), tanto disgusta il Signore :
«Non temete le vie perfette, né vietatevi le nobili ambizioni».
«Amate Gesù Cristo, amatelo sinceramente, ardentemente, costantemente».
E ancora:
«Meglio un uomo solitario che una turba di molluschi striscianti ai piedi della loro dignità venduta».
Il papa ci invita a vigilare e a stare svegli, perché «la vita cristiana è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni» (GE 158).
Senza questa vigilanza «finiamo con l’essere eccessivamente concentrati su noi stessi, sui nostri diritti e nell’esasperazione di avere tempo libero per godersi la vita» (GE 108).
Quante volte ci sentiamo strattonati per fermarci sulla comoda riva! Ma il Signore ci chiama a navigare al largo e a gettare le reti in acque più profonde. Ci invita a spendere la nostra vita al suo servizio. Aggrappati a Lui abbiamo il coraggio di mettere tutti i nostri carismi al servizio degli altri. Potessimo sentirci spinti dal suo amore e dire con san Paolo: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (GE 130).
Il Signore ci doni la sapienza carismatica e l’intraprendenza necessaria per fare scelte secondo il Vangelo, cariche di parresia e audacia; fuggiamo la logica del «buon divano» che ci fa stare comodi, tranquilli e ben sicuri. Usciamo dal guscio delle nostre intoccabili certezze e lasciamoci provocare dalle sfide delle nuove
povertà.
Chi desidera veramente dare gloria a Dio con la propria vita, chi realmente anela a santificarsi perché la sua esistenza glorifichi il Santo, è chiamato a tormentarsi, spendersi e stancarsi cercando di vivere le opere di misericordia (GE 107).
Detto con le parole di san Vincenzo: «In paradiso bisogna andare stanchi».
«Datevi a Dio senza calcolo. Non dite mai: può bastare sin qui».