San Giuseppe negli scritti di san Vincenzo
Vogliamo «guardare» san Giuseppe con gli occhi di san Vincenzo, quando parlava di lui ai suoi fedeli, descrivendo la Santa Famiglia. Sono riflessioni nate dalla lettura e dalla contemplazione dei pochissimi riferimenti che il Vangelo offre di lui, ma anche dalla sollecitudine di un parroco ad avvicinare alla vita delle famiglie cristiane e a proporre come esempio, un santo che la tradizione aveva sempre descritto distaccato e poco coinvolto a livello di sentimenti. Giuseppe fu amato da Maria e la amò, allo tesso modo fu amato da Gesù come padre e lo amò come figlio. Se non fosse stato così la famiglia di Nazaret sarebbe soltanto una devota rappresentazione. Ecco che cosa diceva di lui san Vincenzo:
«Ci piace, insieme a S. Bernardino da Siena, considerare che, escluso solo Gesù, Giuseppe ebbe la prima e la miglior parte degli affetti di Maria. Sia per riguardo alla qualità di sposo, sia per essere uomo giusto, sia per le tante doti stupende che egli aveva, certo è che attirava il suo più tenero amore e Maria sapeva di doverlo amare più di tutti.
Ella suprema tesoriera di grazia, distributrice sapiente dei doni di Dio, con qual abbondanza non avrà amato, infatti, uno sposo così ben preparato a ricevere la sua preziosa effusione? Maria, come un fiume gonfio della pienezza di Dio, non si astenne mai un momento dal riversare nel cuore di Giuseppe quanto questo cuore poté contenere; e poiché la capacità dell’anima di S. Giuseppe ebbe la prerogativa di potersi sempre più dilatare, così le grazie che Maria gli comunicava vennero sempre più ad accumularsi».
«Maria era in qualche modo insieme padre e madre di Gesù, perché il figlio non aveva padre sopra la terra. Maria, però volle dividere col suo sposo questa sovrabbondanza di diritto, e contenta di ritenere per se stessa la qualità di madre, donò a Giuseppe quella di padre.
Al tempio, infatti, quando trovarono Gesù dopo una affannosa ricerca, disse: ”Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. E quando Gesù ritornò a Nazareth visse “loro sottomesso”, cioè lo riconobbe come suo padre e lo chiamò cento e cento volte padre.
E noi, che sappiamo che le parole di Gesù sono efficaci, cioè operano ciò che significano, comprendiamo che ogni qual volta Gesù chiama Giuseppe padre se lo rende sempre più padre. In questo modo avveniva tutto il contrario di ciò che avviene tra noi: qui i padri adottano i figli, nella Sacra Famiglia è Gesù che adotta S. Giuseppe come padre».