Come un cristiano vive la Quaresima (1)

Preghiera, elemosina, e digiuno: è il tracciato della pedagogia divina che ci accompagna in Quaresima, verso l’incontro con il Signore Risorto; un tracciato da percorrere senza alcuna ostentazione, come suggerisce Gesù, nella certezza che il Padre celeste sa leggere e vedere anche nel segreto del nostro cuore.

San Vincenzo Grossi nella conferenza “Come un cristiano vive la Quaresima”, suggerisce questo stesso itinerario anche se con un ordine diverso che riflette le priorità della pastorale del suo tempo. Approfondiremo questi temi riportando direttamente tre brani di altri suoi scritti con lo scopo di cogliere direttamente dalle sue parole alcuni suggerimenti utili anche per i nostri giorni. 

1. PENITENZA

«Un Cristiano in Quaresima deve vivere una vita di penitenza, di preghiera, e di elemosina. In primo luogo far penitenza… poi vengono l’orazione e le buone opere.

È abbastanza diffuso un atteggiamento contrario che si manifesta con queste espressioni:

  • Lasciamo le penitenze a chi vuol farsi santo!
  • Non bastano il peso e le prove della vita?
  • Ma che influenza sociale ha la mortificazione?

Queste obiezioni possono essere immediatamente sfatate se si considera che Gesù Cristo afferma che la penitenza non è un consiglio ma un precetto.

Alcuni fanno consistere la penitenza nel fare qualche mortificazione. I più immaginano che basti confessare i peccati, spesso in qualche modo, e più spesso con un  dolore apparente, e dopo ciò non rimane altro da fare.

 Se poi noi preti parliamo di digiuni siamo considerati troppo rigidi, troppo esigenti, fanatici.

È la Scrittura che ci invita: ”Ritornate (convertitevi) a me con digiuni, lacrime e pianto”. Poiché qualunque penitenza vale niente se non è basata su Gesù Cristo, se è separata dal dolore del peccato e dalla conversione, la penitenza esteriore deve essere unita indissolubilmente a quella interiore per non perdere il suo principio che è amore e perdono.

Ah! Spirito di penitenza, tu sei oggi quasi sconosciuto in mezzo ai cristiani! Difatti quanto pochi e rari sono coloro che oggi si convertono!»

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