Il cammino dei Magi: una cronaca dell’anima
«Alza il capo e guarda» suggerisce il profeta a chi sente di dover correre dietro a una intuizione del cuore, a guardare oltre.
I sapienti d’Oriente hanno visto un segno nel cielo. Segno o sogno? Si tratta di decodificarlo.
I Magi, non «tre» ma «alcuni» secondo il Vangelo, sono un piccolo gruppo che guarda nella stessa direzione; mentre fissano il cielo attenti alle stelle, sono attenti l’uno all’altro, cercano insieme.
Il loro cammino è pieno di sbagli: arrivano nella città sbagliata; parlano del bambino con la persona sbagliata; perdono la stella.
Eppure non si arrendono, hanno l’infinita pazienza di ricominciare, finché, al rivedere la stella, provano una grandissima gioia: la conferma del Cielo che il cammino è nella direzione giusta.
Quel re, quell’Erode, che vuol essere informato solo per uccidere i sogni ancora in fasce, può chiamarsi «realismo» o «concretezza», paura o sfiducia, ugualmente capaci di fare strage dei sogni del cuore.
I Magi cercano un re e trovano un bimbo, non in trono, ma fra le braccia della madre. Dio sorprende sempre: non solo è uno di noi, ma si è fatto piccolo fra noi.
«E fecero ritorno per un’altra via», magari sconosciuta, o che essi stessi hanno aperto nel deserto, come annuncia il profeta.
Da essi ci viene un invito:
Nutrire un grande sogno dentro il cuore per cui essere disposti a spendere la vita per realizzarlo. Quando questo sogno è un’uscita verso gli altri, diventa speranza per l’umanità, diventa vocazione.
Siamo ancora capaci di proporre una “storia piu grande di noi” ai ragazzi oggi? Siamo disposti a camminare con loro ed a correre il rischio di costruire insieme un sogno e non inseguire con affanno desideri effimeri?
Su questo care Figlie dell’Oratorio bisognerebbe riflettere ed interrogarsi. Infine rimboccarsi le maniche, toglierci il “di piu” che ci siamo addossati e iniziare a fare.
Che questo nuovo anno vi veda veramente in uscita, come vorrebbe Vincenzo, e non ripiegate sui tanti crucci che vi attanagliano.
Le nostre insicurezze senza il moderno Erode. Volendo uccidere il nostro bambino interiore … Ma come sempre Dio ci mette in guardia. Semplice, bello e profondo questo scritto, tanto che l’ho capito, grazie sorelle … Benedizioni, la luce splende sempre con te e ti dà forza … un abbraccio. (Scuse per la mia scrittura sto imparando Italiano non ne so molto)
Non preoccuparti per la lingua… è comprensibile anche il tuo testo. Se vuoi puoi scrivere in castellano… i lettori ti comprenderanno ugualmente… Grazie per il tuo commento. Buon cammino
“Eppure non si arrendono, hanno l’infinita pazienza di ricominciare”….
Quanta ce ne vuole! Ricominciare sempre è possibile solo se si ha “il fuoco del Vangelo” acceso nel cuore, che non ti permette di rinunciare, di metterti in parcheggio. C’è molta cenere che fa di tutto per spegnere il lucignolo fumigante che ancora arde. E’ necessario lottare per far sì che questo non avvenga. La lotta è dura, il Signore ci doni la forza di andare fino in fondo.
Caro Marco, non so se quelli che ci attanagliano sono solo crucci o se è un malessere più radicato e profondo… abbiamo sicuramente bisogno di re-imparare a sognare e a guardare in alto, anche quando la forza di gravità ti tira verso il basso..o verso il fondo…
Cara Federica condivido il tuo pensiero, aggiungo è necessario soffiare e a volte anche grattare forte per rimuovere la cenere di un ardore, che si è consumato, o la polvere dovuta alla routine. È urgente re-imparare a sognare, trovare nuovi modi ancorati ai contenuti veri. Spesso invece ci ancoriamo a modalità che sanno di muffa o di “sepolcro imbiancato”, convinti che la gente sia stanca dei contenuti.
Ma chi ha gia sognato almeno una volta, seguendo la sua vocazione sinceramente, non può aver dimenticato come si fa. Quindi diamoci una mossa, spremiamo le meningi ma soprattutto confrontiamoci e lavoriamo per qualcosa che sappia di “sale”!!