Le Figlie dell’Oratorio e l’Immacolata!
L’Immacolata nel parco di Villa Immacolata
La solennità dell’Immacolata Concezione è una delle feste liturgiche più significative per il nostro Istituto. In questa occasione, infatti, generazioni e generazioni di suore hanno emesso la prima professione religiosa. Fin dagli inizi, era stata introdotta non come una devozione aggiunta, ma come parte integrante della spiritualità, forse sulla scia della allora recente proclamazione del dogma dell’Immacolata e/o perché meglio interpretava il senso della consacrazione religiosa, come grazia ricevuta e da conservare nella sua integrità.
Madre Ledovina nel 1907 conferma che è don Vincenzo, il fondatore, che scelse l’Immacolata come protettrice e lei stessa ogni anno attraverso una lettera circolare richiamava l’attenzione spirituale delle suore su questa Solennità. Negli scritti ufficiali degli inizi, però, non si trovano dichiarazioni esplicite che ne spieghino l’introduzione.
È la «Tradizione» spirituale e iconografica che testimonia a favore.
La statua dell’Immacolata è stata una presenza familiare per ogni figlia dell’Oratorio per la sua presenza sull’altare della Chiesa di casa Madre prima della ristrutturazione e successivamente nell’ingresso della Casa come Colei che, prima di chiunque altro, accoglie.
Una presenza che ognuna di noi ha ritrovato nelle diverse case, particolarmente nelle cappelle, dove è passata per lo svolgimento del proprio servizio apostolico. La stessa casa di spiritualità di Castelveccana è stata denominata «Villa Immacolata», e non a caso: una grande tela con l’immagine sacra dominava la Cappella.
La cappella «san Filippo Neri» all’Acquedotto Felice, a Roma anziché il santo titolare curiosamente ha sempre dato più risalto alla statua dell’Immacolata. Nel grande Collegio di Caseros in Argentina, all’ingresso della Casa c’è la statua dell’Immacolata, sotto il cui sguardo benedicente passano ogni giorno centinaia di studenti.
Troviamo la stessa immagine, come ricostruzione della grotta di Lourdes in dimensioni ridotte nei giardini delle comunità, fino a quella in dimensioni quasi reali nella Casa di riposo di Maleo su un angolo esterno dell’edificio prospiciente una grande curva della strada del paese.
Oggi nelle nostre cappelle sono state introdotte nuove immagini o statue, forse anche per una sensibilità nuova rispetto al mistero di Maria, o per un nuovo gusto artistico, ma questo non deve far dimenticare l’originale devozione mariana del nostro istituto: l’Immacolata. E se percepiamo che le nostre forme di devozione sono un po’ fuori corso, è il segnale che occorre cercarne di nuove per riscoprire e rivalutare il motivo per cui san Vincenzo Grossi ci ha affidate alla Vergine Immacolata, e non invece ad altre «Madonne».