La novena di Natale
Nella novena di Natale don Vincenzo alle 5 del mattino era già in chiesa, pronto per accogliere i fedeli che sarebbero arrivati numerosi. Se durante la notte era nevicato, scendeva ancora prima per fare «la calata», cioè aprire un piccolo sentiero dalla strada fino all’ingresso della chiesa.
Dal buio incominciavano a venir fuori i primi uomini avvolti nei neri tabarri che odoravano di fumo di camino e di fiato di animali e dietro venivano le donne con gli scaldini pieni di braci che collocavano sotto i banchi per difendersi dai rigori del gelo: personaggi semplici e umili che sapevano di vita quotidiana, di semplicità e di povertà, come quelli della notte del natale di Gesù.
Don Vincenzo metteva tutta l’enfasi nella celebrazione perché potessero viverla nella fede ma attraverso i segni che la richiamavano e la esprimevano. Quando intonava le antifone e a lui si univa il coro degli uomini in un latino davvero incomprensibile e stravolto, perché tramandato a memoria di padre in figlio, sembrava di essere in una cattedrale.
Faceva seguire l’immancabile «fervorino», che era una vera e propria catechesi alla portata di tutti. Don Vincenzo prendeva spunto dalle parole del vangelo che sminuzzava per la vita quotidiana dei suoi ascoltatori.
Omnis vallis implebitur (Ogni valle sarà colmata!). «Dobbiamo toglierci di dosso ogni pigrizia e scoraggiamento. Come colui che si trova in fondo a una valle e alle volte dice: come potrò giungere alla cima? Se si mettesse mano all’opera, troveremmo che le cose non sono così difficili come le immaginiamo. Dio è con noi.
Omnis mons et collis humiliabitur (Ogni monte e colle sarà abbassato). Guerra alla superbia. Non fate il bene per comparire; non disprezzate né mettete sotto i piedi gli altri per innalzar voi; non disprezzate né il giogo dell’ubbidienza alla Chiesa.
Erunt prava in directa, et aspera in vias planas (le vie tortuose saran fatte diritte e le scabre saranno appianate). Cioè, combattete e vincete la sensualità. Gesù Bambino è il Dio della purezza. Quindi: non parlar disonesto, etc.
Terminata la messa congedava i fedeli con una larga benedizione che doveva raggiungere anche i bambini e gli anziani rimasti a casa. Fuori era ancora buio fitto e le figure avvolte nei tabarri e negli scialli diventavano di nuovo informi ed anonime e scomparivano lentamente. Ora però erano animate da una luce interiore, quasi come da una stella che li guidava alle case dove avrebbero vissuto compiendo il Bene!