Nella comunione dei Santi

«L’amore è la suprema energia del mondo

e  il principio di ogni santità consiste nell’amore»

(Ignacio Larrañaga)

La Chiesa venera i grandi santi e, canonizzandoli, li propone come «indicatori di strada».

Ma ci sono anche i santi semplici, cioè le persone che, pur essendo buone non sono mai state canonizzate ufficialmente. Sono persone normali, senza eroismo visibile, che hanno vissuto la verità della fede nella vita di ogni giorno.

Nella comunione dei santi, noi godiamo della presenza e della  compagnia degli uni come degli altri.

Nel corso degli anni trascorsi nella vita religiosa – e quasi tutte ne abbiamo una bella manciata – abbiamo conosciuto tante suore, alcune più virtuose, altre meno, così almeno apparivano ai nostri occhi! Con loro abbiamo vissuto gomito a gomito, abbiamo cercato di portare i loro pesi e loro hanno portato i nostri. Nessuna di loro forse sarà canonizzata, ma questo non è un motivo per negare o sminuire la loro santità, non solo davanti a Dio ma anche ai nostri occhi. Basterebbe ripensare a ciò che ha contraddistinto e caratterizzato ognuna e considerarlo come il filo rosso della loro vita e della loro santità: la serenità o la creatività, la mitezza o l’audacia, l’intraprendenza o la disponibilità, la generosità o la creatività, l’umiltà o il fascino apostolico, la semplicità o l’autorevolezza, la sottomissione o l’intraprendenza. Essere state una icona anche solo di una di queste «virtù», per una vita intera nel servizio alla comunità, agli altri, alla Chiesa, sono le credenziali per la santità.  La nostra famiglia religiosa conta una numerosa schiera di sante pur…«senza aureola»! La loro memoria, a volte non ancora purificata ai nostri occhi carnali, ci indica la strada della santità feriale.

 

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  1. Mi viene alla mente una espressione di Eduardo Galeano: “Mucha gente pequeña, en lugares pequeños, haciendo cosas pequeñas, puede cambiar el mundo”. Bisogna solo crederci e… forse mettersi insieme!