Abbiamo in cielo un padre…!
Passato lo sgomento per la morte repentina di don Vincenzo, il Direttore e Fondatore dell’Istituto, madre Ledovina Scaglioni indirizzò, quasi immediatamente, alle suore una lettera che iniziava con un annuncio carico di tristezza e che, al tempo stesso, trasudava speranza.
«Siamo orfane!», scriveva, ma più che una esclamazione, quasi un grido soffocato dalle lacrime, suonava come un interrogativo: Siamo orfane?
Infatti proseguiva lo scritto affermando con serenità e sicurezza che «Il buon Dio ci ha private di un Padre… Sì, perché ci fu padre anche quaggiù… Pure sento che partendo da questa vita non ci ha lasciate senza un conforto… perché abbiamo in cielo un padre!» e non si riferiva a Dio, ma all’amato Direttore.
La tristezza e la malinconia non possono più occupare la scena, non per rassegnazione alla ineluttabilità della morte, ma perché chi muore è vivo nel Signore! Il ricordo del Fondatore, infatti, che ella cercò di intessere in tre pagine è molto lontano da una orazione funebre: ne raccoglie con delicatezza l’eredità spirituale con una semplice immagine campestre, quella della viola che a primavera, nonostante sia nascosta tra stecchi e foglie secche, annuncia la sua presenza con un intenso e inconfondibile profumo.
Don Vincenzo è un esempio parlante, continua nello scritto!
Che cosa ha detto senza proferire parola e che dobbiamo custodire? Madre Ledovina sottolinea la sua capacità di «celare la virtù con una facezia, con un moto arguto, un sorriso ingenuo per stornare da sé ogni espressione di stima e apprezzamento e dal suo cuore la stima spirituale, figlia dell’orgoglio».
Anche quando parlava, ricordano le suore, «le sue parole, che non erano proprio carezze, ma schiette e senza complimenti, dolcemente forti, lasciavano soddisfatti. Una sola parola teneva il posto di una predica».
Autentica e genuina paternità spirituale di cui noi oggi, a cento anni dalla sua morte, possiamo godere, perché la benedizione che madre Ledovina «ha ricevuto da Lui, sul letto di morte, l’ha trasmessa a ciascuna figlia dell’oratorio, non come l’ultima, ma come il primo anello di una catena ininterrotta di quelle benedizioni divine che dal Cielo Egli ci impartirà».
Con un pegno da corrispondere: «se seguiremo fedelmente il suo insegnamento e il suo esempio per vivere la nostra particolare vocazione di figlie dell’oratorio».
Me da alegría inmensa el carisma tan propio de las Hijas del Oratorio, a menudo veo las cosas de Dios cómo un Tesoro porque es para mí difícil de encontrarlo, y en cuánto leo estos artículos siento que he encontrado una parte del Tesoro, me sorprende que este sentir tan Cristiano de San Vincenzo,y la Madre Ledovina, sea perpetuado a través de ustedes.
Es algo delicado, sensible y a la vez fuerte…asusta un poco pero conmueve, mis Oraciones con ustedes. Dios las bendiga siempre….Un abrazo fuerte.