Cosa ha significato e significa per me la missione
Da diciannove anni vivo in Latino-america, come missionaria. Sinceramente se dovessi pensare alla mia vita senza questo lungo periodo che considero meraviglioso, sarebbe decisamente una vita a metà.
Dalla mia mia partenza e ancora di più oggi, la parola «INVIO» mi ha accompagnata momento per momento e mi illumina nei passi da percorrere. Luca 10, 1-16 per me è sempre la motivazione di fondo per questo tratto della mia vita vissuta tanto intensamente. Gesù ordina ai suoi discepoli che invia in missione di «non portare né borsa né bisaccia…» Rivolto a me che sono partita con un po’ di bagagli (!?!) non è la chiamata ad una esperienza di spogliazione, anche materiale, ma a trovare la sicurezza in Gesù. È come se mi dicesse: «Non hai bisogno delle tue competenze… delle tue idee.. del tuo sapere… dei tuoi denari…ect». E quando aggiunge che invia i discepoli come «agnelli in mezzo ai lupi», ascolto queste parole non per guardarmi le spalle o per non essere ingenua, ma per tener presente che i lupi peggiori, quelli reali, sono la mia paura…, l’età che avanza…, la lingua che non possiedo mai abbastanza…, la solitudine che si affaccia quando meno l’aspetto…. Se appena metto attenzione alle mie giornate, vi scopro presente e all’opera Gesù, il Maestro, che mi offre in ogni momento i mezzi, le parole, la luce, insomma tutti gli strumenti di cui ho bisogno per compiere l’INVIO che ho ricevuto da Lui.
Vivere in questa dimensione la missione è per me la possibilità più immediata e forte per camminare in pienezza secondo il dono della fede in Gesù. Un dono che sono chiamata ogni giorno a condividere non a parole ma con i fatti, con i piccoli e con i grandi, e nel servizio che sono chiamata a compiere posso trasmettere, anche inconsapevolmente, l’amore di Dio che ho «gustato» e che sto «gustando».
Ho trascorso parecchi anni prima a Carcelén Bajo in Ecuador e ora mi trovo a Ciudad Nueva- 9 de Julio, in Argentina. Sono due realtà molto diverse, la prima nella periferia della capitale Quito, quella attuale nel «campo». Per l’una e per l’altra non posso che ringraziare il Signore perché sono per me una opportunità per crescere come donna e come Figlia dell’Oratorio. Ricevo in continuazione il «centuplo» in grandi gioie e momenti di sofferenza.
Aver vissuto e vivere tuttora in missione lo posso riassumere con queste tre espressioni: È UN INVIO A CONDIVIDERE IL DONO DELLA FEDE, DANDO GRAZIE AL SIGNORE.
suor Margherita Cortinovis