Innamorato di Dio
Quella sera Don Vincenzo fece fatica a recitare il breviario: era interrotto da numerose distrazioni.
Nel pomeriggio aveva amministrato il battesimo del primo figlio di una giovane coppia. Anche la mamma raggiante per l’evento, si era presentata per il rito della purificazione delle puerpere. Era sempre stata bella, ma la maternità ora ne risaltava i lineamenti delicati e questo non sfuggì al giovane sacerdote.
«Come mai una bellezza terrena, benché meschina, benché caduca, benché accompagnata da mille difetti, ci attira ad amarla. E Dio che è una bellezza somma, una bellezza eterna, una bellezza compiuta non ci innamorerà, non ci ruberà tutto il cuore?», si chiese don Vincenzo, ripensando ai novelli genitori, al loro amore e al suo sacerdozio.
Per un attimo, infatti, fu sfiorato dal timore che la bellezza dell’amore sponsale potesse rubargli la possibilità infinitamente più grande di innamorarsi di Dio.
«Voglio lasciarmi rubare il cuore da Dio, questo è il mio desiderio profondo. Voglio lasciarmi rubare il cuore dalle sue qualità, dai suoi beni, dalle sue perfezioni infinite, dalle sue virtù, dalla sua santità».
Certo, pensò, amare il prossimo è più immediato perché lo si vede, lo senti parlare, ne esperimenti la bontà, ne vedi le grazie e anche i favori, mentre con i tuoi occhi non vedi nulla delle qualità divine.
E se non le vedi, vorresti negarle?, si chiese.
Capì che stava scivolando su argomenti molto deboli. Dio, infatti, lo si vede di continuo nella storia del popolo Ebreo, nella storia della Chiesa, in Gesù, nelle sue parole, nei suoi miracoli, nella sua vita unica.
Ma queste argomentazioni non raggiunsero il suo cuore.
Don Vincenzo si fermò alcuni istanti a pensare per cercare nelle sue giornate quando, per la fede, gli riusciva di vedere e di incontrare Dio. Non ebbe dubbi: di continuo sull’altare e sulla croce.
Ma non solo, lo sentiva nell’intimo del cuore, perfino nelle fatiche e nello sconforto: quante volte lo aveva sentito avvicinarsi a lui e con dolci parole consolarlo.
Adesso sentiva l’emozione che dal cuore gli saliva fino agli occhi: era innamorato di Dio.