In margine al post «La gioia del Vangelo»

Qualche giorno fa, commentando il post in memoria di suor Maria Lo Gioia, suor Giuseppina riportava un pensiero di suor Maria (della cui autenticità posso testimoniare appieno perché l’ho conosciuta troppo bene di persona!), pensiero che era un programma di vita: «Signore fa’ che io sia del mio tempo e non dei miei anni». Semplicemente stupendo! Ora ci arriva un altro commento al post «La gioia del Vangelo» che potremmo iscrivere nella stessa lunghezza d’onda. Lo pubblichiamo integralmente perché dice che sotto cenere c’è ancora tanto fuoco.

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Sono una suora figlia dell’oratorio di quasi 70 anni!

La comunità nella quale sono inserita ha, tra le sue priorità, l’attenzione al mondo giovanile attraverso alcuni servizi a loro favore.

Spesso mi chiedo quale può essere il mio contributo, richiesto o implicito, a favore delle giovani che sono in contatto con noi. Ed è un interrogativo che mi proietta sul fare, sul prestare servizi, sull’essere efficiente… Una mentalità che, pur avendo costruito la storia dei nostri istituti religiosi, oggi si rivela sterile. E anch’io con il peso dei miei 70 anni quasi quasi mi sento inutile, fuori tempo e fuori luogo, se mi leggo in questo cliché!

«Vita religiosa dove sei? Vieni allo scoperto, vieni alla luce, scendi in strada», mi sento dire da ogni parte.

Adsum! Presente. Io ci sono!

Voglio partecipare al cambio che la storia impone, che il Vangelo esige, che il Magistero indica! Non c’è nessun manuale, né regolamento, né limite di età o richiesta di competenze, solo essere presente con la mia vocazione e consacrazione!

Qui trova senso la gioia, di cui parla il papa nell’Evangelii Gaudium; qui deve venire fuori, se c’è stata – e me lo auguro! – la gioia  che mi caratterizza come figlia dell’oratorio, cioè un modo di esserci e un perché esserci, che nasce dalla verità dell’incontro con Gesù.gmg-papa-con-giovani

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  1. Alla GMG del 2005 a Colonia ebbi la possibilità di partecipare a una catechesi di Mons. Sigalini che ancora ricordo in un suo passaggio: diceva che per un cristiano la parola “ormai” è quasi come una bestemmia, perché esprime rassegnazione, chiusura, mancanza di speranza, incapacità di sognare ancora e di credere che “le cose possono cambiare”. In una parola: STAGNAZIONE. Grazie a questa sorella quasi 70enne che non ha ceduto alla tentazione dell'”ormai”. Grazie perché è un segno concreto e reale che la gioia dell’incontro con Cristo è davvero sorgente di novità e di “movimento” del cuore. A qualsiasi età e in qualsiasi contesto e condizione di vita.

  2. Cara sorella, ho visto con i miei occhi come i giovani hanno fame di Accoglienza, di qualcuno che stia lí per loro gratuitamente. Il Vangelo, la Buona Notizia passa dallo stare, sembra niente ma é tutto. Grazie per farmi memoria della belleza dello Stare in un’atteggiamento di consegna nelle loro mani