Tra cronaca e preghiera
Riceviamo e pubblichiamo il grido angosciato di chi, di fronte ai tragici fatti degli ultimi tempi che hanno duramente colpito l’Italia e il cuore degli italiani, cerca un senso e in questo grido già esprime la sua preghiera.
«Gelo e freddo, benedite il Signore! Ghiacci e nevi, benedite il Signore!»
Come poter pregare in questi giorni questo versetto del Cantico e non andare con il pensiero alle tante persone che sotto la neve, nel gelo e in mezzo alla nebbia hanno trovato la morte?
Come possono questi elementi della natura essere, al contempo, una lode a Dio e un castigo per l’uomo?
Come pregare con queste parole e non essere divisi tra Dio che ha creato ogni cosa vedendo che era buona e l’umanità che a volte soccombe sotto le forze della natura?
Di fronte al dolore innocente non abbiamo risorse per trovare una risposta che possa essere considerata ragionevole.
Sì, Dio conosce l’eterne leggi della natura ma anche l’atavico e diabolico desiderio dell’uomo di voler dominare tutto, di voler assoggettare a sé anche la natura.
La preghiera diventa allora:
«Signore, abbi pietà di questa umanità e guida ancora questo popolo che hai chiamato per nome e hai riscattato col tuo sangue!»