L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Quest’anno la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani riporta all’attenzione di tutte le Chiese una ricorrenza importante: il quinto Centenario della Riforma protestante, avviata da Martin Lutero con l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze, avvenuta il 31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania.
Il motto biblico che ci viene proposto, «L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione», anima e guida tutte le iniziative che caratterizzano questo appuntamento annuale. I cristiani ricordando insieme, oggi, un evento del passato che li ha divisi in occidente, sono illuminati da un senso di speranza. Infatti ponendo l’accento su Gesù Cristo e la sua opera di riconciliazione viene messo in rilievo quella «giustificazione per sola grazia» che è stata ed è al centro della teologia delle Chiese della Riforma. È questo un «notevole risultato»: riconoscere che la riconciliazione prima di essere lo sforzo umano di credenti che cercano di superare le divisioni che esistono fra loro, è un dono di Dio.
Ma l’opera di Dio «ha bisogno di ministri di riconciliazione, che, oggi in particolare, nei nostri territori e nelle nostre relazioni abbattano muri e costruiscano ponti, nel nome di Gesù Cristo».
Le cronache giornaliere sono piene, anche se in sordina, di esempi concreti di ospitalità offerta a tanti rifugiati provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Eritrea e da altri paesi. In particolare si deve sottolineare il progetto ecumenico dei “corridoi umanitari”, inaugurato nel 2016 grazie agli sforzi della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, della Comunità di Sant’Egidio e della Tavola valdese. Tale progetto prevede entro la fine del 2017 di portare in Italia, in tutta sicurezza, mille richiedenti asilo individuati tra soggetti particolarmente vulnerabili, iniziativa appoggiata da Papa Francesco e dal Patriarca ecumenico Bartolomeo per aiutare le persone che vivono situazioni di ingiustizia e di violenza.
L’unità dei cristiani, infatti, non significa obbligatoriamente uniformità, né si può esaurire nelle celebrazioni ecumeniche, ma si costruisce e si esprime nella collaborazione, nel nome di Cristo, a favore di ogni progetto che considera centrale la persona e la salvaguardia dei suoi diritti.
Ho avuto modo proprio ieri sera di partecipare al momento di preghiera tenutosi nella Chiesa Evangelica Battista di Lodi, con i fratelli appartenenti a questa confessione e a quella ortodossa, anch’essa presente in città.
E’ stato un momento semplice ma intenso e profondo, vissuto nell’accoglienza reciproca e nella verità, che non ha nascosto il male che c’è stato nei secoli scorsi, ma lo ha chiamato per nome alla presenza di Gesù, l’unico capace di donare la guarigione alle nostre ferite e di farne occasione di bene, perchè, come dice San Paolo, “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio ” (Rm 8, 28).
Riscoprire ciò che ci accomuna e riconoscere che anche ciò che ci ha diviso può diventare in Cristo una “felix culpa” è la via da percorrere per crescere nell’unità.
grazie perchè ci hai fatto ripercorrere e scoprire i passi che si stanno facendo verso una riconciliazione. Forse ci dimentichiamo molte volte, che non abbiamo “l’esclusività” della Verità e ci comportiamo come quelli a cui si deve sempre chiedere il permesso.
per fortuna Papa Francesco continua, anche sulla scia della storia della Chiesa (non tutta), che bisogna sapersi chinare inseme all’altro davanti a un Dio che ama tutti senza riserve e molte volte riconoscere i propri errori, e che Dio privilegia i poveri . buona giornata
Il diverso mai é una minaccia sempre é una richezza, fonte di meraviglia e rispetto….. La chiesa é cattolica ovvero universale e questa parola rimanda alla varieta, alla molteplicità: ci invita ad allargare orizzonti e lasciarci toccare dalla differenza…..Abbiamo bisogno di riconciliarci urgentemente con il diverso da me, da noi……per riscoprirci tutti parte di un “uno”, tutti attratti dall’Amore, tutti amati gratuitamente, tutti figli nel sangue del Figlio!