In ascolto del futuro
Una proposta dalla… base
È giunto alla redazione del blog il commento di un giovane al post «2018: Sinodo sui giovani».
Pur essendo stato pubblicato nella sezione Commenti, riteniamo opportuno dargli maggiore visibilità poiché lo consideriamo una sana provocazione per quanti si occupano di accompagnamento dei giovani o di pastorale giovanile in genere, in primis le suore Figlie dell’Oratorio, ma anche religiosi/e, laici o sacerdoti lettori di questo blog.
Il Sinodo sui giovani è davvero un’opportunità unica per i giovani stessi, per leggere e leggersi come risorse positive per la crescita reciproca, della società e della Chiesa, ma anche per noi educatori e formatori delle nuove generazioni, per prendere maggiore consapevolezza del nostro compito e delle nostre responsabilità nei confronti di questa parte della società, oggi molto esposta e vulnerabile ed imparare ad «ascoltare il suo grido».
Scrive il Papa: «La Chiesa ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi. Come un tempo Samuele (cf. 1Sam 3,1-21) e Geremia (cf. Ger 1,4-10), ci sono giovani che sanno scorgere quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita. Ascoltando le loro aspirazioni possiamo intravvedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere».
Davvero grande l’obiettivo.
Noi del blog vorremmo essere promotori di un dialogo su questo argomento e missione, dialogo che per forza di cose sarà virtuale, ma l’auspicio è che le comunità cristiane, soprattutto quelle dove operano le suore Figlie dell’Oratorio, diano vita ad uno scambio sincero e costruttivo con i giovani, proprio come viene suggerito e auspicato dal giovane del commento che riportiamo, eco del desiderio del Papa.
Questo il testo del commento.
«Grazie di dar risalto a questa bellissima iniziativa del Papa.
Sfruttatela!! Questa è la mia speranza. Potreste organizzare incontri/eventi aperti a tutti i giovani, anche non credenti, per confrontarsi sulle questioni del Sinodo.
Questo sarebbe un modo per muovere un po’ la cenere citata qualche post fa. Non siete sole, apritevi alla collaborazione e al cammino con i giovani. Don Vincenzo vi sproni e lo Spirito vi guidi!!»
Premetto che non ho ancora letto il documento preparatorio al Sinodo sui giovani del 2018, ma, sbirciando qua e là mi sono imbattuta in alcuni articoli che parlano di questo e ho colto che ASCOLTARE i giovani è uno dei tentativi che vuole mettere in campo la Chiesa in vista di questo evento. Ed è un verbo che ritengo fondamentale in ogni esperienza educativa. Ma cosa significa in concreto?
Per quel che mi riguarda, mettersi in ascolto di qualcuno significa lasciargli spazio, dedicargli tempo, provare a mettersi nei suoi panni, permettergli di aprire il suo cuore, nella libertà di essere se stesso, senza timore di essere giudicato, preso in giro o non accolto. Ancora, ascoltare vuol dire mettere da parte se stessi, non cercare la propria gratificazione personale ma il bene vero e oggettivo dell’altro. E tutto questo insieme a lui, non a prescindere da lui.
In questo senso, credo che i giovani abbiano realmente bisogno di essere ascoltati. Credo che ne abbiano il diritto, e chi educa ne ha il dovere. Solo un atteggiamento interiore di sospensione del giudizio, di accoglienza incondizionata, di gratuità e disponibilità a “giocare in perdita”, di andare oltre le apparenze per provare a capire il perché delle scelte (anche discutibili) che fanno i ragazzi, può creare le basi per un rapporto col mondo giovanile che non si fermi alla superficie delle cose e che sia in grado di intercettare la sete di vita piena che ciascuno di loro si porta dentro, anche se spesso nascosta dietro mille maschere.
Questo non significa lisciare loro il pelo per accalappiare la loro simpatia e benevolenza nei nostri confronti, o, peggio, appiattire la proposta cristiana alle mode del momento, adeguarsi al “così fan tutti”, limitarsi ad essere omologati al pensiero dominante, fare gli “amiconi” che si pongono sullo stesso livello per paura di osare proposte sode, sostanziose, scomode e significative.
Cosa pensano i giovani di Cristo, della Chiesa, del Vangelo, della missione? Come guardano a noi donne e uomini che ci professiamo cristiani? E come si sentono guardati da noi? E perché? Siamo davvero credibili, o siamo ancora identificabili e sovrapponibili a quel clichè che ci vuole spenti, noiosi, “maestrini” insignificanti e insipidi?
Chi vive sul serio il Vangelo, chi ha davvero incontrato Cristo non può rimanere ingabbiato in questa caricatura di cristiano, non può essere così scialbo, sbiadito e povero di fervore, perché l’incontro con Lui smuove, accende, ribalta, libera, mette in movimento, se non le gambe e le braccia “almeno” il cuore.
Forse che questo Sinodo sui giovani sia prima di tutto per noi adulti ed educatori un tempo opportuno per metterci in discussione, per uscire dai nostri schemi mentali, per… convertirci al Vangelo?
“Il mondo giovanile: un mondo complesso, allo stesso tempo ricco e sfidante. Non negativo, ma complesso, sì, ricco e sfidante. Non mancano giovani molto generosi, solidali e impegnati a livello religioso e sociale; giovani che cercano una vera vita spirituale; giovani che hanno fame di qualcosa di diverso da quello che offre il mondo. Ci sono giovani meravigliosi e non sono pochi. Però anche tra i giovani ci sono molte vittime della logica della mondanità, che si può sintetizzare così: ricerca del successo a qualunque prezzo, del denaro facile e del piacere facile. Questa logica seduce anche molti giovani. Il nostro impegno non può essere altro che stare accanto a loro per contagiarli con la gioia del Vangelo e dell’appartenenza a Cristo. Questa cultura va evangelizzata se vogliamo che i giovani non soccombano ” (Papa Francesco ai partecipanti alla plenaria della V.C).
Figlie dell’Oratorio, su le maniche e in ginocchio!!!! C’è tanto da fare!!!!