I doni dei Magi
Don Vincenzo sapeva che quando una casa era allietata da una nascita, i parenti, i vicini, e forse qualche vecchia lontana amicizia di famiglia si facevano presenti alla neo-mamma per porgere le loro congratulazioni ma anche per portare dei regali: era il rito della «paiulada». Ogni zona, aveva le sue consuetudini e i suoi doni.
I Magi, al di là della loro misteriosa provenienza, giunti dove erano Maria e il Bambino, non compivano forse il rito della «paiulada»?
Gesù seguiva con gli occhi il trambusto intorno a lui; Maria e Giuseppe, pur compiaciuti e grati non comprendevano però il significato di questi tre doni. A parte l’incenso che avevano visto usare con abbondanza nel tempio a Gerusalemme, era la prima volta che potevano ammirare da vicino l’oro, come pure la preziosa essenza della mirra.
Don Vincenzo in cuor suo si augurava che gli avessero portato anche cibo, vestiti e coperte, magari l’indirizzo di qualche amico fidato presso cui trasferirsi al caldo e al sicuro.
E non smetteva di chiedersi che cosa ne avrebbe fatto questa povera e semplice famiglia di questi doni. L’incenso potevano consegnarlo ai sacerdoti del tempio. Per gli altri correvano il rischio, poiché provenivano dalla Galilea provincia che godeva di cattiva fama, di essere considerati dei ladri o al minimo dei ricettatori.
«Ma in che ginepraio mi sono infilato – penso tra sé don Vincenzo – non posso sicuramente condividere questi pensieri con i miei fedeli nell’omelia. Li porterei lontano dall’incontro con il Bambino, Dio con noi».
Trasse dalla tasca il suo taccuino e senza pensare annotò: «Anche noi offriamo a Dio: Oro, cioè la nostra devozione, il nostro profondo rispetto, la nostra sudditanza… Incenso, cioè le nostre suppliche, il nostro amore; Mirra, cioè la nostra imitazione».
Quando il giorno dell’Epifania le pronunciò, si rese conto che le sue parole non avevano il tono della esortazione, dell’invito, ma della constatazione: se ne sorprese lui stesso. Riflettevano la sua vita consegnata totalmente nelle mani di Dio, e il suo desiderio di portare con sé in questo gesto d’amore e di adorazione tutti i suoi fedeli.