31 gennaio: Giornata della memoria… missionaria delle Figlie dell’Oratorio
Un semplice post per non dimenticare che il 31 gennaio è il giorno in cui ci fu la prima partenza verso l’America latina! Un incipit maturato nel contesto delle sfide che il Concilio Vaticano II rivolgeva agli Istituti religiosi italiani; una partenza a cui ne seguirono altre avvenute nei successivi 51 anni, tanti ne sono passati!
Oggi è l’occasione per fare memoria delle suore che hanno aperto la strada.
Oggi è il giorno per ricordare insieme eventi di vita, di crescita, di condivisione, di creatività; per rivisitare i tanti incontri, le numerose relazioni che si sono sviluppate e consolidate.
Oggi è il momento favorevole per rimotivare i progetti di promozione umana e di evangelizzazione che sono nati a partire da quel 31 gennaio!
Oggi è soprattutto il giorno per celebrare i Sì e gli Ecco, io vengo delle suore che sono state e sono l’anima del servizio missionario ad gentes dell’Istituto, di quelle che hanno reso presente il nostro Carisma in America Latina e lo mantengono vivo ed operante!
Quest’anno la giornata della memoria missionaria porta i segni di nuovi germogli: è gravida di una prossima partenza, quella di suor Federica per l’Ecuador ed è illuminata dall’iniziativa «Chi vuol essere missionario?» proposta da un gruppo di giovani.
Perché fare memoria della nostra missione ad gentes? Per ridare centralità a un aspetto intrinseco alla vita cristiana e religiosa e nello specifico di noi suore Figlie dell’Oratorio.
Il ricordo della data del 31 gennaio l’ho sentito come un chiamare all’appello tutte le suore figlie dell’Oratorio che hanno vissuto e vivono nelle comunità dell’Argentina e dell’Ecuador.
Presente! Sono stata nella comunità di Quito!
Un tempo di vera full immersion!
Deo gratias!
Chissà…. Se non ci fossero stati i “Sì” e gli “Eccomi” di tante Figlie dell’Oratorio in questi 51 anni, forse oggi non sarei in procinto di partire per l’Ecuador. Non posso che dire grazie a chi mi ha preceduto e ha aperto la strada! In questi mesi “pre-partenza” mi sono resa conto che la missione ad gentes è dono. Un dono forse “impegnativo”, ma proprio per questo carico di ricchezza e opportunità, occasione per allargare gli orizzonti e per crescere nella consapevolezza che “TUTTI I POPOLI SORRIDONO NELLA STESSA LINGUA” (Proverbio indiano).