Beata colei che hai creduto (Lc 1,45)
Pensieri sul Magnificat liberamente tratti da alcune tracce di san Vincenzo sul tema (1)
«Beata te… che hai creduto!» (Lc 1,45)
«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!»(Lc 1,46-55)
Le note dell’organo guidavano il canto del Magnificat ai Vespri, sostenendo con sicurezza le voci dei fedeli, e don Vincenzo, che non aveva bisogno di fare la voce portante, si lasciò prendere dalle parole del Magnificat e dal loro significato.
«Perché, Maria, ti abbassi tanto davanti alle parole di tua cugina?
Perché ti schernisci alla sua lode parlando di una condizione di umiliazione?»
«In me tutto viene da Dio. Conosco, a volte solo per intuito femminile, i benefici che ha riversato nella mia esistenza. Ho ricevuto grazie grandi: nata senza peccato originale, piena di grazia, madre di Dio. È appunto per questo che la lode è per Lui e non per me».
«Maria, chi fu più beneficata di te? E tu non hai mai detto nulla di tutto ciò.
La tua vita all’insegna della normalità ha custodito gelosamente tutti i tuoi doni».
E noi che cosa siamo?
Dio ci ha creati e tutto quello che abbiamo è di Dio. Se pur abbiamo qualche cosa, è tutto dono suo, le stesse opere buone che facciamo!
Non possiamo vantarci di quello che Dio ci ha dato! Per questo non serve far conoscere quello che si è fatto di bene, né che ci facciamo vedere a fare il bene.
“….Se pur abbiamo qualche cosa, è tutto dono”. la logica del dono è una logica liberatrice, portatrice di verità; accettare di “ricevere” è una grazia che ci permette di allargare il cuore, salvandoci dalla superbia e dalla presunzione di bastare a noi stessi.
Che possiamo fare come Maria esperienza dello sguardo di amore di Dio che riempie ogni nostro vuoto e ci fa coscienti dei doni che abbiamo ricevuto!