La Virgen del Cisne
Arrivando al El Cisne, nella provincia di Loja (Ecuador), l’immagine del santuario che sorge circondato da una stretta corona di casette per lo più in legno, con tetti di lamiera o tegole sconnesse, comunica il significato che ha per la popolazione questa presenza di Maria.
È la madre circondata dai suoi figli più poveri, campesinos e indios, considerati per secoli una sottospecie umana, che hanno trovato in Maria conforto e rifugio come di una madre attenta e premurosa.
Pur non essendo il santuario mariano nazionale, raccoglie il maggior numero di visitatori, e nella diaspora degli ultimi anni i devoti hanno portato nei nuovi luoghi di residenza sia in Ecuador come nel mondo questa immagine e questa devozione.
A Carcelen Bajo, nella periferia di Quito, dove opera una comunità di Figlie dell’Oratorio, nel piano regolatore del quartiere per motivi ideologici le autorità non avevano previsto alcuno spazio per il culto, ma gli abitanti, devoti della Virgen del Cisne, hanno voluto ad ogni costo che nel cuore del barrio sorgesse una cappella a lei dedicata. Si ripete lo stesso modello urbano del luogo originario: la Madonna in mezzo, circondata dai semplici e dai poveri.
Per chi viene dal mondo occidentale dove il rapporto con le immagini sacre è caratterizzato dalla distanza ossequiosa, sorprende il tratto familiare che le persone del luogo intrattengono con questa statua, come carezze, baci e cura dell’abbigliamento. Ritagliata in una tavola di cedro con il bambino in braccio, l’immagine è rivestita con abiti preziosi e ha una lunga parrucca di riccioli da cui l’appellativo familiare di «Churona» (ricciolona). Il comitato organizzativo che dura in carico un anno si occupa del guardaroba, che propone per la statua abiti per i diversi tempi liturgici e feste nazionali, e alcune parrucche curate da esperte. Essere «prioste» della Madonna viene considerato un privilegio, un vero segno di predilezione. Una predilezione non a basso prezzo, perché si esprime attraverso l’organizzazione di una serie di eventi religiosi a lei dedicati che ne mantengono viva la devozione non ultima la festa del 15 agosto, e nella attenzione ai poveri, per i quali vengono destinati parte dei proventi raccolti in occasione appunto della festa.
È commovente osservare le madri che pregano davanti alla sua immagine con le braccia appena alzate con le palme aperte rivolte verso di Lei, un gesto che può essere letto come una resa totale o una presentazione pressante, e a conclusione, inaspettatamente per l’osservatore occidentale, dopo il segno della croce tracciato su di sé, fanno tanti segni di croce o benedizioni, nelle diverse direzioni dove nel loro immaginario geografico si trovano i figli, nel quartiere, in altre province del paese, in nordamerica o in Europa. Quante lacrime e preghiere per i figli migranti raccoglie oggi questa immagine!
Ero presente ad una processione della statua della Madonna nel quartiere, e all’improvviso dalla quebrada (scarpata) era salito un vortice di polvere, che superava in altezza le case: partito da un campo sterrato procedeva lungo la via principale dove si snodava la processione con l’immagine sacra. La polvere aveva oscurato la luce del sole, sembrava che si fosse annuvolato all’improvviso e avanzando si ingrossava. Poiché come fenomeno non era nuovo, in questi casi si cerca rifugio appoggiandosi alle pareti delle case o comunque al riparo da oggetti volanti e dalla quantità di polvere trasportata. Immaginavo già lo scompiglio tra i fedeli, i quali invece proseguivano sicuri il loro cammino guidati dalla Madonna. A cinquanta metri dal corteo dei fedeli il vortice perse forza, si svuotò come fosse stato una bolla di sapone…Un brivido mi percorse la schiena e non è mancato uno sguardo di gratitudine alla immagine della Madonna. Non era successo nulla, ma mi sembrava che le voci dei fedeli avessero trovato più forza nelle preghiere e nei canti alla Virgen!