Pregare per i vivi e per i defunti
A conclusione del percorso sulle opere di misericordia nella vita, nel pensiero e nell’esperienza di san Vincenzo Grossi, apprestandoci all’ultima che fa riferimento alla preghiera di intercessione per gli altri e non più a un gesto concreto materiale di prossimità, ci viene in aiuto sant’Ignazio di Loyola che interpreta bene l’alternanza del servizio e della preghiera per gli altri con queste parole: «Agiamo come se tutto dipendesse da noi e preghiamo perché tutto dipende da Dio».
Abbiamo già preso in esame il «pregare per i defunti» quando è stata approfondita l’opera di misericordia «seppellire i morti» (qui), ci soffermeremo pertanto solo sul «pregare per i vivi».
Per Don Vincenzo la preghiera per gli altri era unicamente quella di intercessione che si caratterizzava in particolare come preghiera di riparazione.
Prendeva su di sé i pesi di coloro per i quali pregava, le loro fatiche umane e spirituali, come le situazioni di peccato in cui si trovavano o per debolezza o per durezza di cuore.
Era una preghiera quotidiana, che si intensificava quando veniva a conoscenza di episodi pubblici di immoralità, o in occasione del carnevale che molti fedeli vivevano come tempo di trasgressione.
I testimoni ci raccontano di molte ore trascorse da don Vincenzo in preghiera davanti all’Eucarestia.
Era come se volesse interporsi tra Dio e la comunità di fedeli, a volte poco reattivi alla sua opera pastorale.
Nella propria preghiera di intercessione desiderava ricomporre una comunione interrotta, un progetto rifiutato.
In questo stare davanti a Dio a favore della sua comunità cristiana, don Vincenzo manifestava la sua relazione con Dio e la responsabilità per i suoi parrocchiani, l’amore per il Signore e la solidarietà con quella porzione di umanità alquanto riottosa.
Quanto stesse a cuore a don Vincenzo intercedere e riparare i mali del prossimo, in particolare dei giovani e dei confratelli sacerdoti, è attestato dalla fondazione cui ha dato vita, le Figlie dell’Oratorio, chiamate a fare della propria vita un’oblazione al Padre per la Chiesa, il Papa, i sacerdoti, i giovani.
Pregare per i vivi resta dunque un’opera di misericordia che ci appartiene e ci interpella in un modo tutto particolare.