Dare consigli a chi ne ha bisogno (1)
Don Vincenzo visse questa opera di misericordia nell’orizzonte della cura d’anime. Nell’esercizio del suo ministero si faceva carico della fatica del vivere e della ricerca della verità di quanti, nel dubbio, si rivolgevano a lui. Volentieri offriva consigli e suggerimenti evitando di cadere nell’inganno di quelli cercavano solo una approvazione a quanto avevano già deciso, ma tenendo anche sotto controllo il proprio orgoglio culturale e pastorale che lo poteva indurre a manifestare, in qualche modo, la propria superiorità.
Egli riteneva che il dialogo spontaneo e familiare fosse il miglior approccio per aiutare i suoi interlocutori a fare le scelte più libere possibili. Si trattava per lo più di persone semplici e poco istruite, ma Don Vincenzo non intese mai di sostituirsi alla loro volontà. Alle giovani che gli chiedevano di entrare a far parte dell’Istituto, o di sentirsi rassicurate circa la decisione del matrimonio, don Vincenzo non confermava seduta stante le loro scelte, anzi spesso capovolgeva i loro piani suggerendo di riesaminare la decisione e di capire bene che cosa Dio volesse da loro. Capitò così che chi pensava alla vita religiosa abbia poi fatto la scelta matrimoniale e viceversa. Quando si diffuse l’emigrazione dal basso cremonese verso il nord Europa o l’America del Sud, questa scelta, pur essendo considerata in alcuni casi obbligata per uscire dalle ristrettezze economiche, spesso rompeva l’equilibrio nelle famiglie, allentava i legami affettivi con le persone e i luoghi, e soprattutto disorientava. Molti ricorrevano a don Vincenzo perché conoscendo, dicono i testimoni, la geografia e le usanze delle nazioni in cui si recavano, poteva rassicurare chi restava e dare dei suggerimenti utili a chi partiva. A quest’ultimi caldeggiava soprattutto la fedeltà alla propria famiglia, come pure alla fede e alla morale cristiana.
Erano anche i giovani in età di matrimonio che si rivolgevano a lui, per essere sostenuti nella decisione da prendere. Don Vincenzo, che non era un agente matrimoniale, non si esprimeva sulla scelta della futura sposa, ma aiutava il giovane a riflettere su come costruire una famiglia fondata sui valori cristiani.
Semplici esemplificazioni di un atteggiamento abituale nel suo tratto con le persone in difficoltà a motivo del dubbio.
Con i seminaristi della sua parrocchia o con i suoi confratelli, coadiutori, ma anche amici o legati per stima, e che ricorrevano a lui per consigli sia riguardo le loro coscienze che la pastorale o la dottrina, non si sedeva in cattedra come un maestro con la sicurezza di chi aveva già raggiunto la verità, ma si affiancava a loro nel desiderio di cercarla insieme. È l’attitudine della guida nel discernimento spirituale: non offrire la soluzione ma accompagnare il discepolo a cercarla. Parecchi suoi confratelli hanno testimoniato a favore di questo suo carisma particolare, aggiungendo che le sue argomentazioni erano credibili e affidabili perché in lui c’era trasparenza tra il dire e il fare.
Ho avuto la grazia la settimana scorsa di partecipare al seminario per accompagnatori spirituali organizzato dalla CEI e dall’ufficio nazionale per la pastorale vocazionale. Il titolo era “Accompagnare i giovani alle scelte di vita con viscere di misericordia”.
E’ bello cogliere negli accompagnatori di ieri (san Vincenzo) e di oggi (noi) lo stesso appassionato desiderio di essere una piccola stella luminosa che indica Cristo e non la propria persona, di condividere la misericordia ricevuta che ha sanato le nostre ferite, di essere segno vivo e concreto dell’amore gratuito di Dio per i giovani che hanno sete di Lui.
Preghiamo perchè questa passione possa essere mantenuta, alimentata, accresciuta, e che mai si spenga in noi questo desiderio, richiudendoci in noi stessi e nelle nostre sicurezze.
Quanta gratitudine per la figura di san Vincenzo che è di stimolo e di sprone e per le tante persone incontrate che hanno nel cuore il “fuoco”!
Consigliare nella comunità cristiana è una forma di farsi carico della fede dell’altro, un accompagnare nel cammino della fede l’altro, ed è un atto di misericordia! Mi sembra di poter cogliere come il “dare consiglio” di san Vincenzo sia compassionevole, umile, umano, prudente, incoraggiante, paziente. Accompagnare e consigliare sono un’arte che non si improvvisa e sgorga da un cuore che ha fatto esperienza e si è lasciato guidare e accompagnare. San Vincenzo ci doni la grazia di saper essere “donne capaci di ascolto e consiglio”, appassionate per la vita dell’altro, soprattutto quella dei giovani!