La deposizione di Gesù dalla Croce
Le ultime luci del venerdì santo si spengono su una scena di grande tenerezza: la deposizione di Gesù dalla Croce.
All’orizzonte le nuvole sembrano aprirsi, per consentire al sole, prima di eclissarsi, di dare un ultimo sguardo su quella collina martoriata, appena fuori dalla città.
La speranza che possa esserci un giorno nuovo lo accende di rosso: ha intravisto un lievissimo anticipo di risurrezione…
La scena si ripopola di figure familiari ed amiche, piene di premure; la madre affranta dal dolore riprende forza per sostenere il figlio tra le braccia; una mano amica porge lenzuola fresche di bucato perché almeno ora le ferite, seppure rese insensibili dalla morte, trovino sollievo nel contatto con il lino fresco e profumato. La rigidità in cui la morte ha stretto le membra è allentata dagli olii di cui vengono cosparse.
Ora occorre consegnarlo a Dio, Lui solo saprà custodirlo al sicuro fino all’inaugurazione del settimo giorno, il primo della settimana, il terzo dopo questi eventi.
Il picchetto delle guardie, ormai fuori luogo e fuori tempo, è l’ultima comparsa dell’odio nel dramma d’amore più grande della storia.