Il prete, un uomo preso tra gli uomini, in favore degli uomini, presente in mezzo agli uomini. (2)
2. “In favore degli uomini”
“Si diventa preti – continua papa Francesco – per servire i fratelli e le sorelle. Inviati a servire gli uomini, a far loro giungere la misericordia di Dio, ad annunciare la sua Parola di vita. Non siamo sacerdoti per noi stessi e la nostra santificazione è strettamente legata a quella del nostro popolo, la nostra unzione alla sua unzione: tu sei unto per il tuo popolo. Sapere e ricordare di essere costituiti per il popolo – popolo santo, popolo di Dio -, aiuta i preti a non pensare a sé, ad essere autorevoli e non autoritari, fermi ma non duri, gioiosi ma non superficiali, insomma, pastori, non funzionari”.
Il Vescovo Bonomelli, dopo le visite pastorali, era solito affidare alle note le sue considerazioni sui preti incontrati e sulla situazione della parrocchia visitata. Grazie a questa ottima pratica sono arrivati, di prima mano, fino a noi, i tratti della figura di don Vincenzo e alcuni particolari significativi sul suo ministero. Infatti, dopo averlo incontrato come parroco a Regona, il vescovo scrive: «Giovane istruito, zelante, di massime eccellenti… ragazzi ben istruiti, grande concorso alla parola di Dio; ripara i mali del suo disgraziato antecessore».
Non erano passati dieci anni e lo stesso Vescovo gli chiese di trasferirsi a Vicobellignano. Gli scrisse che quella parrocchia aveva bisogno di «preti e parroci pieni di zelo, disinteressati, esemplari, di grande carità, di somma prudenza ed istruiti». Fin qui d’accordo! Ma quando don Vincenzo lesse che quelle doti il Vescovo, senza timore di ingannarsi, le aveva riscontrate in lui, ebbe, senza dubbio, un gesto istintivo di schermo. Noi, invece, vi leggiamo la testimonianza più autorevole e qualificata che descrive il suo modo di essere a favore del suo popolo.
Anche i Papi della sua beatificazione e canonizzazione lo hanno indicato, come modello, a tutti i sacerdoti in cura d’anime, a conferma che davvero Mons Bonomelli non si era ingannato. Il tempo gli ha dato ragione.
“Il mio nei preti non deve esservi piú perché il mio nei preti deve essere Gesú Cristo…..” cosí scrive san Vincenzo Grossi, nella conferenza sul Sacerdozio……la sua convinzione di essere per e a favore di…. lo fa voler essere uno col Maestro, al servizio dell’altro, a disposzione dell’altro, ai piedi dell’altro; come direbbe don Tonino Bello il servizio della stola e il grembiule! San Vincenzo donaci la grazia del servizio in sintonia con il cuore del Maestro!
Le parole del papa e la testimonianza di san Vincenzo mi invitano a ravvivare il senso e l’attualizzazione della missione spirituale come figlia dell’oratorio a favore dei sacerdoti, quella cioè di collaborare con loro in primo luogo con la preghiera e l’offerta: è un piccolo contributo affinchè siano fedeli alla loro vocazione e missione.