Frammenti dalle omelie di Mons Dante Lafranconi in occasione della peregrinatio dell’urna di san Vincenzo a Regona e a Vicobellignano.
Mentre pubblichiamo il presente post apprendiamo la notizia che sua Santità il papa Francesco ha nominato vescovo di Cremona Mons. Antonio Napolioni. Al neo vescovo le nostre felicitazioni e la nostra preghiera di intercessione a san Vincenzo Grossi per il suo prossimo ministero episcopale; per Mons Lafranconi l’espressione viva di stima e gratitudine per il suo servizio in Diocesi di Cremona coronato con la canonizzazione di un suo presbitero.
Quando don Vincenzo entrò come parroco a Regona era giovane, aveva appena quattro anni di messa. Poteva avere le stesse titubanze del profeta Geremia, timoroso per la propria inesperienza e per l’ambiente difficile a cui era inviato. Don Vincenzo ebbe la stessa forza che ebbe Geremia nell’aderire con tutto il cuore alla chiamata del Signore per invitare il popolo d’Israele a ritrovare la sua fede in Lui. Don Vincenzo entrando nelle sue comunità parrocchiali portò il Vangelo a cui lui, per primo si affidava, di cui si fidava e che affidava nel desiderio di vederlo attuato perché trasformasse il cuore dei suoi fedeli. |
«Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo e così lo annunciamo» (1 Tess. 2,4). Questo fu il vero sentimento che lo animava a considerare buona ogni occasione per «dire» la parola del Vangelo. Per lui predicare non era un dovere, ma riconoscere che Dio gli aveva affidato un mandato, al quale non poteva sottrarsi neppure davanti ad una comunità di fedeli poco assidua alla chiesa. Aveva fiducia che prima o poi la Parola avrebbe fatto breccia nel cuore dell’uomo perché è Parola di Dio ed è forte della forza dello Spirito. |
A chi gli rimproverava che la canonica era diventata di tutti, come una piazza, per l’andirivieni di ragazzi e fanciulli, don Vincenzo rispondeva: «Lasciateli stare, purché non facciano peccati».
La sua passione costante fu la formazione dei giovani: desiderava affascinarli alla figura di Gesù e volle dare continuità a questa passione istituendo le Suore figlie dell’Oratorio perché si prendessero cura delle ragazze più bisognose. E le suore l’ hanno ereditata per farne vita.
Non fu il parroco delle masse, dei grandi raduni; si prese cura delle singole persone come il buon pastore. Entrando nella parrocchia di Vicobellignano, si propose, infatti, di conoscere uno ad uno tutti i suoi parrocchiani. |
Assalito in casa da tre malviventi e resosi conto che i vicini avevano assistito all’accaduto e avevano riconosciuto i malintenzionati, impose loro il silenzio sui nomi e sul fatto. Don Vincenzo non voleva dare pubblicità al male, sapeva che il pettegolezzo tende a svisare e a ingrandire. Era sicuro di poter vincere il male con la testimonianza del bene e con la forza del silenzio. |
N. B. Si ringrazia il settimanale diocesano “La Vita Cattolica” di Cremona per la gentile concessione delle foto e della pagina di cui si allega copia nel link sottostante.
Una pagina da “La vita Cattolica” di Cremona
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“Non fu il parroco delle masse, dei grandi raduni….” San Vincenzo Grossi é stato l’uomo del quotidiano, dei gesti piccoli, del rapporto personale, del tempo gratuito e messo a disposizione dell’altro per portare tutti a Gesú. Appassionato ai giovani e capace di utilizzare tutti i mezzi possibili per formali ed educarli. Intercedi per noi Figlie dell’Oratorio perché sappiamo essere fedeli e creative nel vivere le tue intuizioni.