Una conferma storica ed inedita
Sabato 24 ottobre, “La Libertà”, settimanale diocesano di Reggio Emilia, riportava un articolo firmato da Giuseppe Giovanelli che, in margine alla canonizzazione di san Vincenzo Grossi, offriva ai lettori una informazione inedita sul ministero di don Vincenzo.
Le testimonianze hanno ribadito ripetutamente che lo spirito missionario animava il ministero del sacerdote cremonese come dedizione instancabile alla predicazione e alla evangelizzazione, dedizione che Paolo VI come Papa Francesco gli hanno riconosciuto nella dichiarazione prima della Beatificazione e recentemente della Canonizzazione.
Ora c’è una ulteriore conferma storica che ha i contorni della ufficialità e della istituzionalizzazione.
Esisteva nella diocesi di Reggio Emilia dal 1820 circa una Congregazione di Missionari Diocesani totalmente e gratuitamente a disposizione del Vescovo per la predicazione delle missioni popolari. Nell’elenco dei membri di questa Congregazione, esattamente nell’anno 1911, si trova il nome di don Vincenzo Grossi. L’Autore dell’articolo si chiede dove e se don Vincenzo ha predicato in diocesi reggiana e auspica la possibilità di una ricerca più approfondita in merito.
Dalla corrispondenza che il Santo intratteneva con le suore si possono ricavare notizie particolareggiate circa la sua predicazione fuori diocesi e “al di là del Po”, espressione quest’ultima che usava per indicare le diocesi di Guastalla e di Reggio Emilia.
Scrivendo ad una suora la informa che il vescovo di Reggio Emilia lo ha chiamato a predicare gli Esercizi spirituali ai Seminaristi, predicazione per lui molto delicata e impegnativa. È consapevole delle aspettative dei destinatari e che la presenza ovviamente dei superiori sarebbe stata un vaglio non solo alla sua spiritualità, ma anche alla solidità della dottrina e dei contenuti della predicazione.
È ancora don Vincenzo, in altri scritti, che dà notizie circa le richieste pervenutegli dai parroci del reggiano a predicare, motivo per il quale comunica che deve assentarsi dalla sua parrocchia o che considera il viaggio una buona occasione per passare a salutare le comunità delle sue suore “al di là del Po”.
Questa notizia del settimanale diocesano reggiano mentre conferma una prerogativa di don Vincenzo, quella della assiduità alla predicazione anche fuori dai confini classici, diventa una espressione autorevole di stima e di apprezzamento per la sua persona e il suo ministero, e manifesta l’esistenza di una collaborazione interdiocesana abbastanza insolita per i tempi.
La “pietra preziosa scolpita dallo Spirito” sta mostrando una delle sue innumerevoli sfaccettature. Il nostro Santo Fondatore ancora quasi tutto da scoprire, o meglio da collocare finalmente nella giusta nicchia che si addice ad un Santo: un uomo di Dio, ma con i piedi per terra, che ha vissuto il quotidiano del suo tempo senza essere banale.
Anche oggi “al di là del Po” ci deve interpellare.
Un prete aperto a uno stile di collaborazione, aperto a un modo di essere vicino alla gente e capace di scrutare la realtá per scoprire ció di cui davvero le persone hanno bisogno. Uomo di occhi aperti e di gesti concreti di evangelizzazione. In sintonia perfetta col cuore del Maestro.
“Vincenzo” ancora oggi vuole stupirci e provocarci!!! Quanto sentiamo noi la passione e la gioia dell’annuncio del Vangelo? Non sarà perché Cristo non è ancora il centro della nostra vita? Il Signore ci doni la grazia di sperimentare quel disagio interiore che ci faccia dire: “se questi e quelli sì perché io no?”
El padre Vicente Grossi ,hoy santo,en su gran sabiduría,supo dejarse conducir por el Espíritu y leer los signos de los tiempos.Por eso,hoy, el carisma de las Hijas del Oratorio es más actual que nunca, y como dice el Papa Francisco,es necesario salir a recorrer las periferias humanas.¿Cuánto tiempo dedicamos para hacer concreto el encuentro con los hermanos que claman, más allá de nuestras fronteras humanas???